“Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti e trasformazioni, caratterizzata dall’interconnessione e dall’accessibilità. Un tempo che ci sfida a discernere tra informazione e disinformazione, segnato da crisi che ci mettono alla prova ma che ci offrono anche opportunità significative. Questo è un tempo che ci interpella, che ci chiede conto e ci invita a riflettere sul ruolo che desideriamo assumere, sul posto che vogliamo occupare, e sul contributo che vogliamo offrire… come il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, imparate a volare per il puro piacere di farlo, anche quando tutti attorno a voi pensano che conti solo procurarsi il cibo. Scegliete di volare alto, nonostante le pressioni, le sfide e le incomprensioni”.
Nelle parole del Direttore, Daniele Bisagni, il senso della sfida per studentesse e studenti che si avviano a intraprendere il fecondo e significativo percorso dell’anno accademico 2024/25 dell’Istituto Toniolo, inaugurato sabato 28 settembre.
Otto atteggiamenti per vivere le scelte
Al centro della giornata il tema delle scelte. “Quale impegno? Quale atteggiamento adottare per vivere le scelte? Vi propongo otto atteggiamenti, che sono anche il mio augurio per l’anno accademico che inizia”, ha sottolineato il Direttore Bisagni.
“1) Scegliere sé stessi. Scegliere è prima di tutto scegliersi, è un atto di responsabilità. Quello che siamo e quello che possiamo diventare dipendono dalla convinzione e dalla fiducia che riponiamo in noi stessi. 2) Conoscersi. Andiamo alla ricerca del nostro vero io, scoprendo la nostra forza, la nostra unicità, ma anche confrontandoci con ciò che possiamo migliorare. 3) Trasformare il ‘dovere’ in ‘volere’. Non facciamo le cose perché dobbiamo, ma perché vogliamo. Trasformiamo l’obbligo in scelta e la scelta in possibilità. La nostra autentica libertà si realizza proprio attraverso le scelte consapevoli che facciamo. 4) Chi ha interesse, lo suscita. Abbiate il coraggio di trasmettere ciò che vi appassiona e vi stimola ma anche ciò che vi rende felici. 5) Scegliere con grinta. La grinta è la combinazione di passione e perseveranza e si nutre di quattro risorse fondamentali: provare interesse, praticare con costanza, avere uno scopo e vivere con speranza. 6) Chiedersi sempre: perché? Non fermiamoci a cosa facciamo o a come lo facciamo, ma chiediamoci sempre perché lo facciamo. 7) Scegliere le ‘cose’. Abbiamo cura delle cose e ricerchiamo la verità narrando storie e in modo particolare non avendo paura di raccontare la nostra. 8) Sacrificarsi. Che non è necessariamente rinunciare, ma significa rendere sacro. Il sacrificio del nostro tempo, se ben impiegato, diventa un atto sacro, capace di dare valore non solo a ciò che facciamo, ma anche a noi stessi”.
Coltivare la speranza motiva, ispira e guida verso un futuro migliore
Suor Piera Ruffinatto, preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma, nel suo saluto ha sottolineato il concetto di “speranza” e l’importanza dell’istituzione del nuovo Albo degli educatori e dei pedagogisti.
“L’anno che ci aspetta si apre nel segno della speranza, tema centrale del Giubileo 2025. Potrebbe sembrare fuori luogo parlare di speranza, oggi, dato il contesto attuale segnato da guerre e conflitti. Tuttavia è proprio in questi momenti che la speranza diventa ancora più cruciale… Come sottolinea il Cardinale Matteo Zuppi, è importante essere ‘generatori di speranza’… anche se il presente è difficile, coltivare la speranza motiva, ispira e guida verso un futuro migliore. Questa è la missione che caratterizza l’educazione, interpellando tutti coloro che ne sono attivi promotori non solo a trasmettere conoscenze, ma anche valori e visioni positive per il futuro”.
Riguardo l’Albo di educatori e pedagogisti, Suor Piera Ruffinatto ha evidenziato come si tratti di “una novità importante che potrà migliorare la qualità dell’educazione e il riconoscimento professionale. L’Albo stabilisce standard elevati per l’accesso alla professione, assicurando che solo i candidati qualificati possano esercitare. Queste normative rappresentano un passo avanti e una sfida che l’Istituto Toniolo raccoglie volentieri e per la quale è sicuramente preparato”.
Imparare la speranza. Aspetti psicologici e istanze educative
Una vera e propria “lectio magistralis” la prolusione della professoressa Pina del Core, psicologa e psicoterapeuta, già Preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma sul tema “Imparare la speranza…tra attesa, orientamento e ricerca di senso. Aspetti psicologici e istanze educative”.
“Dinanzi alla crisi e all’incertezza del futuro, di fronte alla sofferenza e all’angoscia non tutti hanno la capa¬cità di resistere e di sopportare il peso delle avversità e della prova. Allora cosa fare? L’incertezza e la precarietà sembrano divenute una ‘normalità’, ma ugualmente non sono facili da gestire: da qui la sensazione che manchi la terra sotto i piedi, la nostalgia di ciò che dava sicurezza e la tentazione di far tornare tutto come prima, provando a coprire e nascondere i problemi. Tuttavia quando c’è un’emergenza sovente si sviluppano nelle persone delle forze positive di miglioramento, di resilienza, di solidarietà e di cura dell’altro, di speranza per il futuro. In questa crisi è proprio il futuro che ci viene incontro come spinta ed esigenza di cambiamento…
C’è bisogno di fiducia, c’è urgente bisogno di una fiducia che apra al futuro, che creda nella vita, nelle forze del creato, nelle energie vitali presenti nel mondo e in ogni persona umana. Ma per ‘abitare il futuro’ e far fronte al cambiamento ‘abbiamo bisogno di abitare la speranza’. In una stagione di crisi di senso, di smarrimento e di caduta di ogni certezza, in cui le persone sembrano abbandonate a ‘deserti di speranza’ è quanto mai indispensabile promuovere atteggiamenti e dinamismi interiori che concorrono ad ampliare il respiro della speranza: si tratta di fattori rilevanti e strettamente correlati con il costrutto della speranza, come l’ottimismo, la resilienza, la progettualità e la ricerca di senso… Il rischio del disagio e del malessere psichico potrà divenire probabilmente più frequente e più consistente e metteranno alla prova la forza e la resilienza delle nuove generazioni. Come sostenere la loro speranza e la loro progettualità futura? Chi si occupa di giovani, di educazione o di orientamento dovrà prendere in seria considerazione tutto questo e non potrà più procedere come si era abituati a fare in tempi con maggiori opportunità e possibilità per il futuro. Non si potrà più procedere come se il futuro fosse ancora prevedibile e pieno di possibilità, ma bisogna prepararsi a progettare percorsi formativi e orientativi segnati da maggiore temporaneità e flessibilità. Nello stesso tempo è necessario promuovere strumenti e spazi educativi che favoriscano la crescita di abilità necessarie a far fronte alle difficoltà e all’incertezza, che siano in grado di favorire l’incremento della resilienza nelle persone. Si tratta, cioè, di trasmettere fiducia e speranza, di istillare speranza e ottimismo nel pensare positivamente al futuro”.
“Ci vuole speranza – ha proseguito la professoressa Pina del Core – che non è vuota aspettativa ma è fonte inesauribile di vita e futuro… Nel campo dell’educazione, dell’orientamento e del counseling, come pure in psicoterapia, in economia e nell’ambito dell’apprendimento, i concetti di speranza, ottimismo, resilienza e progettualità stanno emergendo con forza e numerose ricerche mettono in evidenza una chiara correlazione tra di essi. Educare alla speranza, alla resilienza e alla progettualità è divenuta un’istanza sempre più diffusa e urgente perché tali dimensioni, che sono tipicamente ‘umane’, ricoprono un ruolo molto positivo e significativo nello sviluppo e nella crescita delle persone, non solo a livello attitudinale e motivazionale ma soprattutto a livello antropologico, sociale e di benessere psicologico. La presenza di speranza e un livello alto di ottimismo, si associano a una migliore capacità di riuscita scolastica, alla presenza di fiducia e di autonomia, ma anche a una più elevata capacità di coping, cioè di far fronte agli ostacoli e alle difficoltà che si incontrano nel cammino della vita, nelle relazioni interpersonali e nell’inserimento lavorativo… Affinché il futuro torni ad essere possibile e abitabile, meno minaccioso e inospitale, occorre aiutare i giovani che si ritrovano sempre più soli, senza riferimenti valoriali verso cui dirigere le proprie scelte e la loro esistenza, a reimparare a immaginarlo, anticiparlo, progettarlo, giorno per giorno, esercitando la propria capacità e libertà di scelta: ecco la forza rigeneratrice dell’educazione (Victor E. Frankl, psicologo e psichiatra, fondatore della Logoterapia, Frankl 1998) che “è di per sé un atto di speranza, non solo perché si educa per costruire un futuro, scommettendo su un futuro, ma soprattutto perché l’atto stesso di educare è intriso di speranza” (Papa Francesco).
Le scelte come Intuzioni di bene, la consegna delle pergamene e la mostra MSNA
La giornata è quindi proseguita con un dialogo con padre Giuliano Stenico riguardo le scelte che hanno caratterizzato la sua vita e i “miei quaranat’anni nel CEIS”, riportati nel Manuale (e nel sito) Intuizioni di bene, quindi la consegna delle pergamene di laurea agli studenti che hanno concluso gli studi nell’ultimo anno accademico e, infine, l’inaugurazione della mostra “Vedo quindi ti parlo” allestita nei locali dell’Istituto, realizzata dai ragazzi Minori Stranieri Non Accompagnati di alcune comunità del Gruppo CEIS.