Editoriale
Daniele Bisagni, Daria Vellani, Marcello Neri
La rivista dell’Istituto «Giuseppe Toniolo» vuole esprimere la mission, l’orientamento e l’approccio della comunità scientifica ed educativa operante all’interno dell’Istituto stesso» – così nel 2020 veniva presentata la nascente rivista Teoria e Prassi, pensata anche come desiderio di interlocuzione tra il lavoro svolto all’interno del Toniolo e un pubblico più ampio di lettori e lettrici. Una rivista che nasceva con questi intenti si legava, fin dal principio, agli sviluppi e cambiamenti del corpo di cui era espressione. Era come un vestito cucito su misura su quella che era la realtà della comunità allargata dell’Istituto Toniolo. Realtà che, oggi, si ritrova cresciuta, ha maturato sempre più la sua identità accademica e formativa, si è accorta delle molte ricchezze di cui era ed è composta.
In questo percorso di maturazione, il corpo complesso e variegato del nostro Istituto ha sentito l’esigenza di trovare uno strumento nuovo, adatto al momento, che potesse fare da interfaccia tra la nostra comunità accademica, quella più ampia del panorama scientifico italiano e l’opinione pubblica del nostro paese. Data la ricchezza di discipline che caratterizzano i curricola di studio dell’Istituto Toniolo, la centratura tecnica di Teoria e Prassi su quelle più strettamente inerenti alle sole «scienze dell’educazione» non riusciva a rendere adeguatamente ragione del concorso di saperi che danno forma al pensare e lavorare insieme che caratterizza il nostro Istituto.
È stata soprattutto questa consapevolezza che ci ha portato alla scelta di dare vita a una nuova rivista – Scritture&Pratiche che, con questo primo numero, inizia il suo cammino. Rispetto alla storia che sta alle nostre spalle, abbiamo cercato di ridisegnarne i confini epistemologici, non solo allargandoli, ma anche rendendoli il più porosi possibile. Un taglio trans-disciplinare, dove le singole discipline non si dividono semplicemente la propria fetta della torta del sapere, quanto piuttosto si intersecano tra di loro, apportando l’una all’altra non solo uno sguardo diverso, ma anche una reciproca interrogazione critica che aspira a ritessere i nessi della compartimentazione epistemica che abbiamo ereditato dalla modernità. Quest’ultima, nelle scienze umane, ha finito col produrre la frammentazione e scomposizione dell’essere umano che vive realmente e concretamente. La persona è stata fatta a pezzi in obbedienza all’imperativo epistemico delle singole discipline che si occupano di lei – solo che questa persona non esiste in nessun luogo della vita quotidiana. Così facendo, abbiamo finito per barattare la persona che esiste davvero col suo fantasma epistemico – quello docile e malleabile alle esigenze della scientificità del sapere.
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Da questa condizione dell’accademia odierna l’Istituto Toniolo è chiamato a uscire in nome della sua singolarità rispetto al panorama complessivo delle facoltà di scienze dell’educazione del nostro paese. L’esperienza pratica non è né un collaterale del sapere, né il suo mero esito applicativo; piuttosto essa rappresenta sia una fonte del sapere stesso, sia un luogo in cui il sapere apprende l’esigenza di una sensibilità per il reale. È nella esperienza che sa e sente effettivamente il vissuto umano che si attesta l’ingiunzione di una trasformazione della realtà secondo giustizia – ed è solo nel contatto concreto con il sapere dell’esperienza che i saperi accademici possono accedere al dovere iscritto in quell’ingiunzione.
Questa prospettiva non ce la siamo sicuramente inventata noi, né è caduta improvvisamente dal cielo come pioggia benedetta sull’aridità umana dell’universitas dei saperi. Essa ci è piuttosto consegnata da una delle tradizioni culturali più alte dell’Europa: quella dell’umanesimo. Ed è nel solco di questa tradizione, con le discipline che si intrecciavano fra di loro facendo alleanza per un sapere più giusto, che Scritture&Pratiche desidera collocarsi. Quella dell’umanesimo fu una cultura propriamente politica, ossia orientata all’edificazione di un corpo sociale, di ambienti della convivenza umana, di istituzioni della collettività, che sapessero rendere onore all’umanità comune a tutti noi. Intrecciare i saperi tra loro, renderli sensibili al reale concreto, significa anche aprirsi alla possibilità di pensare, ripensare e trasformare il nostro modo di comprendere e agire. Come sottolinea Adam Grant, «essere intelligenti significa non solo pensare bene, ma anche sapere quando ripensare». La conoscenza non è mai definitiva, ma un processo in divenire che si nutre della disponibilità al dubbio, della capacità di accogliere nuove domande e del coraggio di rivedere le proprie convinzioni. Sempre Grant ci ricorda che «non dovremmo cercare solo persone che confermano le nostre idee, ma anche quelle che ci sfidano a pensare in modo diverso».
Secondo il sociologo tedesco Hartmut Rosa, questa disposizione fondamentale del sapere aperto all’apprendimento, capace di ascoltare la voce di una alterità che mette in questione le persuasioni disciplinari più profonde, rappresenta la condizione di possibilità dell’ordinamento democratico della coesistenza umana. «La democrazia funziona solo quando ciascuna e ciascuno ha una voce che può essere resa udibile» – ma questo, aggiunge, da sé non basta: «ci vogliono anche orecchie che ascoltano le altre voci».
Riconsegnare il corpo dei saperi al suo compito di forza istituente della città abitata da persone concrete è stato il grande sogno dell’umanesimo; un sogno che vorremmo raccogliere e coltivare con passione. Questo vuol dire non arrendersi all’inerzia del dato di fatto, ma diventare operosi coltivatori del possibile, aprendo piccoli processi di trasformazione che mirano alla riedificazione dei legami sociali, a ridare dignità all’umanità della persona – nella sua fragilità e imperfezione.
Non iniziamo questo cammino da soli. Le contingenze della vita hanno prodotto un fortunoso incontro con la Casa Editrice Consulta di Reggio Emilia, che sarà l’editore di Scritture&Pratiche. Abbiamo sentito subito vibrare le consonanze e abbiamo apprezzato le differenze come prezioso pungolo a un pensiero e un’azione sempre più affinati – il resto è come venuto da sé, senza forzature, quasi fosse un incontro di destini in attesa.
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Teoria e Prassi. Rivista di Scienze dell’Educazione
rivista dell’Istituto Toniolo 2020 – 2024