Religione, letteratura e la condizione umana “altrove”: convegno a Bologna

“Il convegno desidera andare in cerca di narrazioni dell’umano in grado di sorprenderci, proprio perché collocate ai margini, in luoghi in cui non andremmo mai a cercarle. Questo incrociando fra di loro due grandi raccoglitori di storie come sono la religione e la letteratura”.

Così Marcello Neri, docente all’Istituto Toniolo (ente patrocinante dell’evento, in collaborazione con il Centro Studi Sara Valesio), presenta la due giorni di seminario in programma il 15 e 16 marzo 2024 a Bologna, alla Biblioteca Provinciale Dehoniana “P. Martino Capelli” (via Sante Vincenzi 45).

Il convegno “Out of Place: Literature and Theology Elsewhere” (“Fuori luogo. Letteratura e teologia altrove”), in lingua inglese, è aperto a tutti coloro che sono interessati a prendervi parte.

“Religione e letteratura consentono di incontrare la condizione umana altrove – spiega Marcello Neri – dove le sue vicende sono come invisibili al sistema sociale contemporaneo. Nelle vite segnate dal male, nelle carceri, ai bordi dimenticati della coesistenza umana. Vite, queste, che trasformano l’impianto stesso della letteratura e della religione: lo imbastardiscono e, per questo, lo rendono più prossimo alla vita vissuta, alle sue ferite, al suo indicibile nel salotto per bene della nostra società del benessere a tutti i costi. È nel loro essere bastarde così che letteratura e religione possono recuperare la loro valenza politica e sovversiva. Una valenza che interessa un progetto educativo che vorrebbe offrire resistenza al sistema sociale disegnato dagli interessi del tecno-capitale. L’Istituto Toniolo, luogo di formazione a un’educazione centrata sulla dignità di ogni persona, a prescindere dalla sua collocazione nel catalogo dei grandi nomi con cui la società odierna etichetta i vissuti umani, cerca alleanze per immaginare un umanesimo sociale e politico capace di mettere in esercizio pratiche di cura e presa in carico dell’umanità imperfetta, non riuscita, ostica, che tanto inquieta la nostra ossessione salutista, di controllo totale sugli scarti della vita”.