L’ultima opera dello psichiatra Stefano Mazzacurati e l’importanza dello scrivere.
Prefazione di Ciro Ruggerini
Gli scritti che Stefano Mazzacurati ha raccolto nel ponderoso volume intitolato “L’ombra dello scriba. Tra psichiatria e letteratura” (Consulta libri, 2024, pp. 320) sono tasselli di un lungo percorso di analisi e di proposta che l’autore, assieme ai suoi pazienti e allievi, ha realizzato come medico psichiatra e psicoterapeuta e come docente universitario. Si tratta di apporti nati dalla consapevolezza che ciò che gli scriba (in quanto personaggi di rilievo nell’antico Egitto, nella Grecia classica e nel mondo latino) vergavano su foglie di papiro non costituiva che una parte della condizione di vita di quell’epoca lontana: per quanto perspicaci e attenti, essi non potevano avvalersi di informazioni che l’analisi clinica (allora come oggi) non può svelare. Ed è su quest’ombra, sull’incompiutezza del loro lavoro, che s’incentrano gli scritti di Mazzacurati, nel tentativo di percepire e risolvere l’evolversi delle esigenze che sono proprie di ogni persona, allora come oggi. Essendo consapevole di non poter fornire risposte esaustive, l’autore dichiara che “il testo vorrebbe rimanere incompleto e sempre variabile, come un insieme di fogli da spostare, eliminare, integrare, con appunti, fotografie, schizzi”, caratterizzandosi come “momento casuale di una stratificazione” che trova una ragion d’essere nella letteratura, ma anche al farsi storico della psichiatria.
Il libro – raccolta di testi ricavati da docenze e conferenze che si sono svolte nell’arco di oltre trenta anni – accoglie, nella prima parte, gli appunti delle lezioni sul rapporto tra letteratura e psichiatria, che Mazzacurati ha tenuto alla Facoltà di Lettere di Parma su invito del Professor Paolo Briganti. Si è trattato di un’esperienza dialogica di grande impatto, sullo stesso relatore e sugli studenti che vi sono stati coinvolti, che è stata significativamente raccolta sotto il titolo Negro semen seminaba. La seconda parte del volume è formata dalle relazioni tenute nel corso di incontri con addetti ai lavori che l’autore ha tenuto in varie città, fra cui Reggio Emilia (Associazione Museo Storia della Psichiatria e Scuola di Psicoterapia), Modena (Associazione Escomarte e Casa di cura Villa Igea), Lugano (Centro Pen Club International), Parma e Bologna (alla Società Dante Alighieri, in sedi universitarie e in istituti superiori).
Il ventaglio degli incontri in cui sono stati proposti i testi che appaiono nel volume denota l’intenzione dell’autore di avvicinare le persone a temi psicologici che potevano essere meglio percepiti per il tramite della letteratura. Ed esplicita la convinzione che nell’analisi clinica è molto importante l’incontro con il paziente, in quanto consente di accogliere la descrizione che il paziente effettua (esplicitamente o con scelte comportamentali) della sua condizione. “Quando una persona si rivolge al terapeuta, questi non deve cercare di collocare l’altro nella sistematica del suo mondo epistemiologico, ma, al contrario, mettersi in ascolto, umanamente, accantonando gli schemi”. E Mazzacurati continua: “Il professore non è il terapeuta, ma la persona chiamata paziente; è questa che sa, che ha il compito di raccontarsi”. Da questo carattere distintivo del rapporto tra medico e paziente deriva la dimensione “letteraria” di ogni incontro psichiatrico, per cui “ognuno è il suo racconto, ed è lui che deve de-scriversi, impugnando, come un antico scriba, lo stilo, le carte e l’inchiostro”. Se, dunque, il paziente è lo scrittore, il professore-terapeuta ne è l’editore. Ed a lui spetta il compito di cercare le ombre eventuali che emergono a fianco dello scriba e di individuare, assieme allo stesso scriba, le vie per risolvere situazioni controverse.
L’opera di Mazzacurati, come sottolinea Ciro Ruggerini nella prefazione, è un testo utile a studenti di scuole superiori e di diverse facoltà, a operatori e a persone interessate a ritrovare, nella ricchezza di apporti tratti dalla letteratura, dalla storia e dalla filosofia, chiavi di lettura di dinamiche dell’essere; ma soprattutto può essere utile a operatori della salute mentale e dell’assistenza che vi possono individuare modalità per “trattare bene le persone che hanno ricevuto una diagnosi”, come prescriveva Carlo Rotelli. Ḕ infatti un corposo intreccio multidisciplinare, arricchito da un’ampia bibliografia che consente di approfondire e inoltrarsi nei molti percorsi proposti dall’autore.
f. n.